La Paura


La Paura


Gennaio 2020 \\ emozioni primarie

Cos'è?

La paura è un’emozione primaria, utilissima per l’uomo sin dall’antichità. Se ci si trova di fronte ad un pericolo reale, essa ci mette in guardia e ci spinge a proteggerci (attacco o fuga).

Attraverso la sua funzione adattiva, il nostro organismo produce l’ormone adrenalina e predispone dei cambiamenti corporei, psicologici e comportamentali al fine di salvaguardare la nostra sopravvivenza. Spesso però, capita di avere paura senza che ci sia un pericolo reale.

Dalla paura per gli animali feroci e per le invasioni nemiche, oggi abbiamo maggior paura piuttosto per la perdita di un lavoro, un cambiamento drastico di vita o il sommarsi di problemi quotidiani. Tuttavia, le nostre emozioni, i pensieri e le nostre reazioni rimangono gli stessi dei nostri antenati.

La paura è quindi utile ma diventa però un problema quando viene vissuta in maniera esagerata o fuori contesto.


Quali sono le reazioni alla paura?

Abbiamo già accennato alle due reazioni principali, ovvero quelle di attacco e di fuga: la prima ci consente di reagire e affrontare la situazione, combattendo; la seconda ci porta ad abbandonare la situazione evitando di incappare in rischi, secondo noi, difficili da gestire.

Esistono inoltre altre due reazioni, comuni tra gli esseri viventi: il freezing e il faint.

Il freezing, (dall’inglese, "congelamento") è un’immobilità tonica del corpo, si manifesta con bradicardia (abbassamento del battito cardiaco) e immobilizzazione e può durare da pochi secondi a 30 minuti. L’essere vivente sembra appunto congelato, l’immobilità permette di non farsi vedere dal “predatore” e, nel mentre, si valuta quale strategia (attacco o fuga) sia la più adatta per la situazione specifica. Il freezing ci difende da uno shock emotivo eccessivamente forte da superare. Le sostanze rilasciate dal cervello permettono di sentire il trauma con una minore intensità.

Tuttavia, quando nessuna di queste strategie sembra avere efficacia l’ultima risposta possibile è il faint (la finta morte o lo svenimento), la brusca riduzione del tono muscolare accompagnata da una disconnessione fra i centri superiori (cervello) e quelli inferiori (arti e tronco). E’ una reazione estrema, si manifesta come uno svenimento, automatico e non consapevole. In questa situazione, per mezzo dell’ attivazione del sistema dorso-vagale, vi è un distacco dall’esperienza e sono possibili sintomi dissociativi, come nel caso di eventi traumatici.


Come cambia il corpo in risposta alla paura?

Il corpo deve essere pronto a reagire e quindi le reazioni corporee causate dalla paura includono: bocca secca, aumento della frequenza cardiaca e respiratoria, motilità intestinale, tensione muscolare, aumento della sudorazione. Senza tali cambiamenti, infatti, il nostro corpo non sarebbe pronto a scattare di fronte al pericolo.

Quando però la paura diventa eccessiva, le sensazioni corporee iniziano a provocare malessere: mal di testa, dolori alle spalle e al petto, sintomi gastrointestinali, debolezza delle gambe. L’aumento della frequenza cardiaca e l’iperventilazione possono provocare una sensazione di nausea o di mancanza del respiro, farci avvertire un senso di svenimento, una visione offuscata e dei fischi alle orecchie.


La paura cambia il nostro modo di pensare

La reazione che abbiamo intrapreso in risposta all’evento pauroso porta a un cambiamento nel nostro modo di pensare. I nostri pensieri si concentrano istintivamente su ciò che più temiamo e rimaniamo estremamente focalizzati sulle possibili conseguenze di una nostra reazione e al tempo stesso avvertiamo anche un cambiamento in ciò che proviamo, diventiamo più irritabili e preoccupati mano a mano che pensiamo che il nostro problema non possa avere una soluzione.

Arriva la catastrofe! Si sviluppa nella nostra mente un pensiero talmente negativo verso noi stessi e il mondo circostante che sembra non avere mai fine e così si sviluppa il circolo vizioso della paura.

Ad esempio: “Sento un peso al petto, devo avere qualcosa che non va al cuore … non posso tollerare questa sensazione”. La focalizzazione su questo sintomo mantiene elevato lo stress, portando a un aumento del disagio e delle preoccupazioni.

Nel quotidiano, in preda alla paura e alle preoccupazioni, le persone manifestano svariati comportamenti: fumare molte sigarette, mangiare in maniera non eccessiva, smettere di fare attività, chiudersi in casa, bere, etc.

Tutto ciò incrementa il senso di malessere e diminuisce la nostra consapevolezza nel sostenere lo stress. Tendiamo ad evitare ciò che ci fa più paura o che ci minaccia, il sollievo prodotto però è momentaneo e danneggia il nostro senso di efficacia personale tanto da rendere l’evento temuto impossibile da fronteggiare.

Che sia reale o immaginario, presente o passato, ciò che ci preoccupa mantiene lo stress innescando il circolo, in precedenza citato, che accomuna tutti i problemi di rimuginio, paura e ansia (di cui parlerò nei prossimi articoli).


Per concludere, vi racconterò una storia:


Sansone, un cavernicolo grosso e fifone, aveva paura di uscire dalla propria caverna, immaginava che fuori dall’ingresso ci potesse essere la grande tigre dalle zanne a sciabola, pronta a mangiarselo in un sol boccone! Era sicurissimo, la sua grande nemica sorvegliava l’ingresso h24, con il sole, con il buio, con la pioggia o con la neve. No, non poteva rischiare di dare uno sguardo rapido e accorto… Lei era senz’altro lì!

 

Ora analizziamo questo breve racconto: c’è una persona, Sansone, che non vuole uscire dalla sua caverna perché teme- anzi che dico- è sicuro al 100% che la sua grande nemica, la tigre dai denti a sciabola si trovi davanti alla sua caverna pronta a mangiarselo. Ha verificato? Ha chiesto a qualcuno che passava di lì se effettivamente era nei paraggi? Ha provato ad uscire per affrontarla qualora ci fosse stata? No, no e poi no.


Ora vi chiedo: vi è mai capitato di dare per scontato la certezza di un vostro timore senza neanche confutarlo?


Perché avviene questo?

La mente è meravigliosa, è sorprendente come si generano le emozioni e come vengono trasformate dai pensieri e viceversa.


Quante volte avete pensato: “Faccio così perché temo che altrimenti possa accadere qualcosa di brutto”, “Non partecipo a questa attività perché sono sicuro che non ne sia capace”.

 

A volte le persone provano un forte imbarazzo per le loro paure e preoccupazioni, perché pensano che gli altri potrebbero considerarli deboli o sciocchi. Ma queste paure sono tutt’altro che sciocche e possono diventare estremamente invalidanti!


©Elisa Torselli

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